1973 - Intervento

 

CONGRESSO FEDERBRACCIANTI VERCELLI (appunti)

Facciamo un bilancio. La categoria: aumentati i salari, generalizzato la parità, ridotto l’orario di lavoro, avanti con le qualifiche, lavoratori a tempo indeterminato.

Nuovi diritti: discutere il piano culturale (occupazione), intaccare il diritto di proprietà.

Diritti sindacali (delegati – le commissioni).

Collocamento (mercato del lavoro).

Parità.

Sussidio speciale e la cassa integrazione.

Tocca a noi, al sindacato, trasformare i diritti, i poteri, le conquiste, in realtà.

Gli agrari cercano di annullare ogni conquista. A Vercelli il contratto è scaduto.

Piani culturali, orario di lavoro, violazioni contrattuali.

Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Retrogradi, conservatori, fascisti. Obiettivo primo: gestire la sfiducia.

E’ necessario un fronte sociale per indicare una linea di sviluppo, zona per zona, che affronti i problemi economici, dello sviluppo, ma anche quelli sociali e civili: asili, case, scuole, servizi.

Risultato politico: scioperi degli operai per i problemi dell’agricoltura; l’agricoltura è una delle riforme (prioritaria) proposte; i problemi dell’agricoltura sono stati rivalutati come questione generale e nazionale.

Anche questo è frutto, non solo del disastro, della crisi agricola, ma anche delle lotte, di chi ha continuato a parlare di riforma agraria.

Cosa proponiamo noi. L’agricoltura può divenire un settore attivo, non sovvenzionato, un settore rinnovato e industrializzato. Una risorsa che può creare ricchezza per l’intera collettività. Mezzogiorno, zone depresse del centro nord, crisi generale dell’economia non si risolvono senza la trasformazione dell’agricoltura.

Si torna a sparare. Studente morto a Milano, un altro gravemente ferito a Napoli. Recrudescenza delle squadracce fasciste, delle provocazioni. Strategia della tensione: Milano (Valpreda), attentati ai treni.

Dove si vuole arrivare?

L’unità sindacale è indebolita, i padroni la vedono come una iattura. Il governo non è idonei ad affrotnare i problemi delle riforme.

La risposta dei lavoratori è straordinaria.

Altre lotte ci aspettano e vogliamo siano unitarie. L’unità non è un fine ma un mezzo per i lavoratori, per battere i padroni e trasformare la società.

L’unità cammina, malgrado gli interventi sulla Cisl e Uil, malgrado la crisi della Cisl, malgrado tiepidezze e sabotaggi di alcuni sindacati (Fisba, Elettrici). Lo vogliono i lavoratori, tutti, anche i braccianti. Anche a Vercelli faremo la Federazione.

Un passato diverso il nostro, lotte delle braccianti, lotte per la terra, il sangue nelle piazze fino ad Avola.

Il sindacato a fianco dell’antifascismo spagnolo e greco, schierato con il Vietnam, con un popolo di contadini, che ci ha insegnato tanto, di cui ne salutiamo la vittoria sul più grande colosso economico e militare.

Abbiamo raccolto, nelle scorse settimane, 10 milioni: … oggi dobbiamo di nuovo raccogliere altri fondi per lenire ferite, distruzioni immani. E ci saremo. Continueremo coerentemente a lavorare e a costruire l’unità e a rafforzare il nostro sindacato.

Impegno, quindi, lotte e sacrifici che qui, a Vercelli, in Piemonte sono senz’altro più difficili ed onerosi, ma che voi porterete avanti. La targa ricordo vorrei fosse considerata un’iniziativa di grande significato per la quale plaudo alla vostra segreteria e a tutti i compagni che hanno avuto il riconoscimento.

 

Data documento: 
Sabato, 3 Marzo 1973
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