1974 - Intervento

 

RIUNIONE FEDERBRACCIANTI NAZIONALE (appunti)

Opinione pubblica preoccupata e disorientata

Cosa riserva il domani? Dopo l'aumento della benzina, il divieto di circolare la domenica, la rarefazione di alcuni prodotti, che cosa succederà?

Incertezze: preoccupazioni a cui dobbiamo dare, noi comunisti, per il bene della democrazia, risposte precise e positive.

Dopo la caduta di Andreotti in cui il Pci ha concorso in modo determinante, si è formato nel Paese un clima diverso, di fiducia.

Il governo Rumor, con le sue dichiarazioni antifasciste (ripetute al vertice), con il rapporto più corretto e civile con l'opposizione, anche in questo momento difficile, tende a mantenere il quadro democratico che Andreotti aveva fortemente indebolito.

Anche alcune misure, da noi considerate insufficienti nei primi 100 giorni per combattere il carovita e l'inflazione,ma avevano ottenuto qualche risultato: blocco parziale di alcuni generi di largo consumi, aumento dei minimi di pensione, assegni familiari, disoccupazione agricola.

Alcune posizioni in politica estera sono da considerare più nuove. In particolare sulla questione cilena il governo mantiene una posizione positiva, di condanna del golpe.

Alcuni di questi risultati sono frutto anche dell'opposizione diversa ed incalzante del nostro partito.

Noi non ci poniamo oggi l'obiettivo di abbattere il governo Rumor, anche se ne cogliamo, ne sentiamo tutte le incertezze, le debolezze.

Si tratta, ecco il punto politico, di creare un grande movimento per uno sviluppo economico qualitativamente diverso che corrisponda alle esigenze delle masse e privilegi i consumi sociali.

Questa è la via maestra per rafforzare il quadro democratico, le istituzioni.

 

Crisi dell'energia, crisi del petrolio. - I più colpiti sono l'Europa e il Giappone che dipendono dalle risorse arabe. L'America ha proprie riserve, anche se costose. L'Urss ha proprie riserve che offre.

La guerra arabo-israeliana ha accelerato i tempi di una crisi che era comunque alle porte. Infatti all'attuale ritmo di consumo dei derivati dal petrolio, questo prodotto sarà sufficiente per 20/25 anni fino all'esaurimento delle riserve mondiali.

Servirebbe una guerra per il petrolio? Già in quelle in atto il petrolio ha un peso notevole.

La strada è quella di giungere ad un accordo con gli stati arabi per avere tempo sufficiente per mutare la politica economica.

In Italia 9/10 dell'energia elettrica è prodotta con olio combustibile, sottoprodotto di bassissimo costo ma ad alto inquinamento del petrolio: 150 KW ore – nel 1984 ce ne occorreranno 300.

Font alternative: centrali elettriche nucleare (euratom, uranio, energia solare e dei venti). Per la ricerca La Malfa taglia, proprio per il 1974, 25 miliardi dai già scarsi fondi per la ricerca.

In Italia avanza ormai una riflessione complessiva e collettiva di fronte alla profondità della crisi e cioè che, sia per nuove fonti di energia, sia per lo sviluppo industriale dei consumi, bisogna mutare radicalmente. Cambiare strada: la società capitalistica, il suo modello di sviluppo sono in crisi. Avevamo ragione noi quando denunciavamo la “fallosità” del miracolo economico guidato dai monopoli, quando (e non sempre era capito) denunciavamo la linea del consumismo esasperato ed i costi dell'automobile e delle autostrade!

Non ci accontentiamo, non ci sentiamo paghi delle giustificazioni passate. Proponiamo una linea diversa!

 

Avanziamo una riflessione. Rumor stesso dichiara: “la crisi attuale investe lo stesso modello di sviluppo italiano. Dobbiamo pertanto affrontare i problemi dell'ordine democratico e dello sviluppo in un contesto nuovo, tenendo conto che abbiamo dinanzi a noi una strada in gran parte obbligata: se ieri il problema di un nuovo modello di sviluppo si imponeva per ragioni di giustizia e di equità, oggi esso si impone come condizione di sopravvivenza” - Aggiunge:” garantire le strutture produttive, controllare rigorosamente la spesa pubblica e le risorse, avviare in tempi e modi realistici ma sicuri le riforme che consentono il necessario spostamento a favore dei grandi consumi sociali. Al centro resta il problema del Mezzogiorno con priorità che l'attuale crisi propone in tempi perentori. Trasporti, sanità, casa”. Buone e sante parole!

I fatti: il dibattito in Parlamento per il Mezzogiorno riconosce la grave situazione del Sud. Invita la Cassa a spendere 1600 miliardi, Decide finalmente di iniziare la costruzione del centro siderurgico di Gioia Tauro. Sfugge ad una linea nuova, nel senso che tace sull'agricoltura (prima risorsa meridionale). Non fissa misure immediate e tempi d'intervento (case, sanità, golfo di Napoli), le Regioni vengono emarginate, non si parla di energia elettrica che scarseggia al Sud.

La vecchia strada, che ha prodotto al Sud (dopo aver speso decine di migliaia di miliardi) milioni di emigrati, disgregazione, dissesto, clientelismo, un … a Napoli e tanti in 100, 1000 città e paesi. Non si gettano le basi di un costume, di una moralità. I fascisti in queste cose costruiscono la tensione.

Il vertice ha sottovalutato il pericolo di una recessione e della disoccupazione. Non si può dimenticare che già oggi le fabbriche minacciano chiusure, che in Inghilterra si lavorerà per 3 giorni, che la Cee prevede un calo della produzione del 2/3% per il 1974...

Oggi occorrono fatti precisi e concreti che indichino che si va verso una svolta per privilegiare i consumi sociali e collettivi. L'avvio del mutamento del modello di sviluppo, come afferma Rumor, è un avvio obbligato per sopravvivere, ma con quali forze e con chi un simile obiettivo si realizza?

L'attuale centro-sinistra non ha né la capacità, né la volontà, né la forza per mutare.

Occorre uno sviluppo equilibrato della società, in netta antitesi con il precedente modello di sviluppo che ha umiliato l'esigenza dello sviluppo delle capacità dell'uomo, della cultura, di una vita qualitativamente diversa, che ha creato squilibri crescenti (Nord/Sud – poveri/ricchi) e che ha teso a liquidare i sentimenti di solidarietà umana sollecitando l'egoismo, l'individualismo più sfrenato.

Uno sviluppo equilibrato che tenga conto delle risorse, dei bisogni, che ponga fine agli sprechi, all'inutile consumismo quando un terzo dell'umanità muore di fame.

Una vita più egualitaria, una società che valorizzi la scuola, la cultura, il tempo libero, cioè un modello di vita diverso. Un modello di vita nuovo richiede fermezza, combattività, una forte carica ideale. E' un modello che scontenterà anche, che richiede sacrifici, che obbliga a colpire privilegi e interessi.

Molti invece pensano che sia sufficiente sostituire l'automobile con la TV a colori!

I comunisti sono pronti ad operare per mutare il meccanismo di sviluppo, per costruire un nuovo modello di vita. Il “compromesso storico” è una proposta politica attuale, in un momento decisivo, drammatico per la vita italiana ed anche per il mondo.

Nei momenti decisivi per la storia del nostro Paese noi abbiamo cercato, con l'unità, di dare il nostro contributo (Resistenza, Togliatti nel '54, oggi)

 

Proposta precisa per un grande obiettivo. - Non un macchiavello, non un cedimento! Ma un impegno politico, di azione, per obiettivi di grande valore per l'umanità, per un'esperienza che veda impegnate le grandi componenti ideali della società (cattolici, socialisti, comunisti), i partiti che ne rappresentino interessi ed idee, altre forze sindacali, culturali, professionali per cambiare la qualità della vita, dell'economia e per sviluppare la democrazia.

 

La crisi dell'energia. - Mostra la profondità e gravità del sistema capitalistico – Crisi economia e crisi ideale: guerre, aggressioni, regimi autoritari, distruzione di risorse umane, economiche, sottosviluppo, fame, distruzione di ogni valore civile, sfrenato individualismo, consumismo, prepotenza, l'uomo che si afferma solo per se stesso.

C'è bisogno di socialismo: di proporre valori diversi, di libertà, di solidarietà, di eguaglianza. C'è bisogno di proporre un uso giusto delle risorse, un modo diverso di produrre e una qualità nuova dei consumi. Un diverso riferimento ideale anche ai ceti medi e ai ceti che sono di matrice borghese.

E' un momento di grande battaglia ideale, di spiegazione dei valori del socialismo e questo specie tra i giovani spesso frastornati, per creare quella tensione, quella mobilitazione che può produrre una grande svolta per il nostro paese e per l'umanità.

 

Di fronte alla crisi petrolifera il governo ha preso delle misure:

  1. aumento del prezzo della benzina, del gasolio, regalando 220 miliardi ai petrolieri (ha ceduto al ricatto e questa è la prima critica del Pci. Il primo motivo che ci porta a definire inaccettabile l'aumento del prezzo e inutili e dannosi completamente i provvedimenti

  2. divieto di circolazione (non risolve l'esigenza di risparmio di carburanti che è del 12% dell'attuale consumo, colpisce i settori più deboli. Siamo per forme di razionamento)

I danni causati dai provvedimenti: contadini, turismo, attività terziaria, disagi alla popolazione anche per mancanza di servizi pubblici, isolamento di 2000/3000 località specie in montagna. Blocco e diminuzione della produzione, minaccia di cassa integrazione da parte di molte fabbriche, ritorno emigrati. A di là della retorica i centri urbani senza traffico sono più sereni e ciò fa intendere l'assurdità del precedente modello.

Occorre andare più a fondo! Da un lato affrontando con le riforme l'agricoltura, la sanità, la casa, i trasporti, alcuni nodi reali indilazionabili per indirizzare lo sviluppo, difendere l'occupazione, risolvere il problemi del Mezzogiorno.

Con una diversa politica dell'energia e del trasporto pubblico, un diverso orientamento dello sviluppo economico e dei consumi.

Il dibattito parlamentare della prossima settimana è un momento importante: ha alla base le proposte del nostro partito, che ora riassumo;

  • in un quadro di collaborazione, rapporti diretti con i Paesi produttori di petrolio

  • promuovere iniziative, a livello di comunità europea, per lo sfruttamento delle risorse petrolifere siberiane

  • potenziare l'Eni, accelerandone l'attività di ricerca e il reperimento di greggio sul mercato

  • programmazione dell'industria di raffinazione, dando priorità al greggio dell'industria di stato

  • rivedere il metodo di rilevazione dei costi per impedire ingiustificati interventi

  • iniziative per rifornirci di gas naturale da altri Paesi (Urss)

  • accelerare la costruzione delle centrali nucleari per produrre energia elettrica

  • ripristino traffico domenicale, chiusura centri storici, regolamentare gli orari di lavoro, riduzione di auto pubbliche

  • nessun aumento per il carburante, per pesce, per agricoltura

  • predisporre un piano di riduzione dei consumi

 

3 . Piano di sviluppo ferrovia, mezzi di trasporto pubblico (occorre produrli) – occorre ampliare la rete ferroviaria e metropolitana.

 

Proposte analoghe le abbiamo avanzate in Campidoglio per avviare un processo di trasformazione dello sviluppo economico e dei consumi.

Perchè non abbiamo chiesto la nazionalizzazione?

Solo la lotta, solo l'azione, solo l'iniziativa potranno farci ottenere risultati precisi, concreti che avviino quel processo. Momento importante è lo sciopero del 21 a Roma (altro che rinuncia dei sindacati!) e la costruzione di iniziative unitarie.

Noi dobbiamo essere il punto di riferimento, la forza che orienta e propone.

 

Data documento: 
Sabato, 15 Giugno 1974
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