1975 - Nota

Costituzione di un centro di aggregazione.

Fin dal congresso del gennaio 1975, l'intero quadro attivo della sezione aveva individuato e fatta propria l'esigenza (ormai non più differibile) di dar vita ad organismi ed a strutture capaci di accogliere e di sollecitare la richiesta di partecipazione che, in modo crescente, si avvertiva nel quartiere.

In quella stessa sede, si era sottolineata la necessità di dar vita, nella zona, ad attività di carattere culturale e ricreativo, che consentissero di costruire ed estendere un solido tessuto democratico nei nostri quartieri.

La quasi completa assenza, in quartieri come il nostro, di “centri di aggregazione” capaci di svolgere un'effettiva funzione di stimolo nei confronti del processo di crescita democratica, è diventa ormai uno dei principali ostacoli alla concretizzazione della linea politica del nostro partito e ritarda quel salto di qualità nella nostra azione che, ormai, viene avvertito da tutti, dentro e fuori il partito.

In un quartiere come il nostro, con circa 40.000 abitanti, il solo “punto di aggregazione”, necessariamente parziale, in quanto isolato, su cui si possa fare affidamento con continuità è, a tutt'oggi, la sezione comunista. Lo stesso discorso vale, più in generale, se si considera la realtà dell'intera II Circoscrizione che copre un territorio con circa 200.000 abitanti ed in cui l'attività politica e democratica è concentrata in 5 sedi del PCI, in un paio di sedi del PSI e negli oratori di alcune parrocchie.

L'esigenza, individuata nel nostro congresso, nasceva e prendeva forma da tutto il processo di lenta maturazione democratica che si era verificato nel nostro paese ed a Roma in questi ultimi anni e che aveva trovato uno sbocco decisivo nella battaglia per il referendum. Essa ha avuto ulteriori conferme ed ulteriore stimolo nel corso di questi ultimi mesi da una serie di fatti quali:

  1. le elezioni per gli organismi collegiali della scuola, con tutto quello che hanno significato in termini di partecipazione, dibattito pluralistico, spinte erogatrici come è stato unanimemente sottolineato;

  2. il voto del 15 giugno che fa del nostro partito una forza grande, di massa anche in quartieri come il nostro e che ci pone, pertanto, nuovi problemi.

E' alla luce di queste considerazioni che il CD della sezione Nomentano accoglie con soddisfazione la proposta avanzata dalla Zona di farsi carico, in prima persona, di un'iniziativa di questo tipo allargandola, oltre i limiti, all'interno dei quali inizialmente era stata concepita e dando ad essa le dimensioni di un'iniziativa a livello circoscrizionale e perciò più ricca di possibilità e potenzialità.

La presente nota vuole essere appunto un contributo al dibattito che dovrà interessare nei prossimi mesi la Zona, le sezioni di partito della seconda Circoscrizione e tutti gli organismi e le associazioni democratiche interessate ed un'iniziativa di questo tipo.

Dalle discussioni avute in sede congressuale ed oltre, in sede Comitato Direttivo, la proposta emergente è quella di un “Centro di Aggregazione” democratica che potrà formarsi attraverso la costituzione di un'Associazione chiaramente antifascista o di una Cooperativa a livello circoscrizionale (la forma statutaria dovrà evidentemente essere oggetto di un'ulteriore approfondita discussione), composta da cittadini, da organizzazioni democratiche, da organismi eletti, aperta all'adesione di Comitati di lotta e di iniziativa.

I compiti di questa struttura dovrebbero essere:

  1. svolgere in proprio attività culturale, sociale, ricreativa, di studio, di aggregazione e promozione democratica;

  2. dare una sede alle associazioni di massa e gli organismi democratici (Arci-Uisp, Camera del Lavoro, Inca, Unipol, Upra, Udi, Ass. Commercianti, Consigli di Zona, ecc.) affinchè possano svolgere la loro attività di istituto e di competenza;

  3. promuovere lo sviluppo delle associazioni professionali di categoria, di organismi democratici, di Comitati unitari per affrontare i problemi economici, sociali e civili dei cittadini.

L'Associazione dovrebbe essere aperta ai non soci, pur conservandone il controllo i soci attraverso la definizione delle attività e dell'uso del Centro. L'Associazione (o la Cooperativa) inoltre, dovrebbe essere autonoma dai partiti e l'”egemonia” comunista dovrebbe essere assicurata non da una posizione privilegiata (istituzionale o finanziata) del PCI, ma dalla capacità dei comunisti di assumere, nei fatti, un ruolo dirigente e di conquistare alle proprie proposte i consensi più vasti.

E' evidente che un centro, con tali caratteristiche ed obiettivi, avrà costi finanziari elevati e richiederà l'impegno di un certo numero di quadri, a tempo pieno, che dimostrino passione e capacità. Si tratta, quindi, di dare una valutazione realistica, in termini di possibili fonti di finanziamento, della possibilità di far fronte agli impegni che, come partito, pensiamo di assumerci. Valutazione, questa, che dovrà nascere da una discussione franca ed aperta, tra tutte le componenti, di partito o meno, interessate all'iniziativa.

Il problema dei quadri dirigenti da utilizzare in questa iniziativa, problema di importanza fondamentale, è, a nostro parere, di più facile soluzione in quanto pensiamo che il gruppo di compagni che inizierà questo lavoro (compagni che vanno puntualmente liberati dai normali impegni di sezione) scoprirà quante vaste siano, nel nostro partito e fuori, le energie non utilizzate ma pronte a dare un grosso contributo in un'attività quale è quella della realizzazione del centro, senza quindi privare il partito di un numero troppo grande di quadri dirigenti di sezione.

Anche i problemi finanziari, indubbiamente di grossa portata, sollevati da questa iniziativa sono, a nostro parere, realisticamente superabili.

Scontata, almeno in questa prima fase, l'ipotesi dell'acquisto di una sede per il centro, considerato il grosso impegno finanziario che l'acquisto di una sede di dimensioni e di caratteristiche adeguate all'iniziativa comporterebbe, l'indispensabilità di tali mezzi finanziari, nonché la difficoltà di reperire una sede di caratteristiche adatte e acquistabile a condizioni vantaggiose (sia come prezzo, sia come possibili forme di pagamento) non rimane che l'alternativa di orientarsi verso la soluzione dell'affitto dei locali. Il costo dell'affitto di un locale adatto è valutabile intorno a L. 6.000.000 annui (a questo proposito si indica, a titolo di esempio orientativo, un locale dell'Inpadai, con caratteristiche adatte, sito in via Migiurtinia e locabile appunto per questa cifra). A tale somma vanno aggiunte le spese di primo impianto e le normali spese di gestione.

Data per scontata, al di là di una fase iniziale, la necessità che il centro sia in grado di autofinanziarsi, alla domanda su come far fronte a queste spese si possono dare diverse risposte, quali:

  1. quote associative degli aderenti al centro;

  2. apertura di una libreria ed organizzazione di attività similari;

  3. quote versate dalle associazioni che useranno i locali del centro per svolgere le proprie attività;

  4. attività culturali e ricreative, promosse direttamente dal centro, ecc. fonti che sembrano sufficienti a coprire le spese del centro. Alla luce di quanto detto, il CD della sezione Nomentano sottolinea, anche in previsione delle scadenze politiche che impegneranno il partito nell'inverno '75/'76, l'urgenza di passare alla fase realizzativa di tale progetto, fase che dovrebbe articolarsi in diversi momenti, quali:

    1. un franco approfondito confronto tra la Zona e le sezioni della II Circoscrizione, in previsione del quale fin da ora si dichiara la piena e completa disponibilità della sezione Nomentano ad iniziare il lavoro per la costruzione del centro;

    2. un incontro con gli Editori Riuniti e la libreria Rinascita per valutare la possibilità di un accordo commerciale;

    3. una o più riunioni con i compagni comunisti della Cgil, Inca, Arci-Uisp, Udi, Assoc. Commericanti, Ambulanti, Artigiani, Italia-Urss, Cooperative, Sunia, ecc.;

    4. elborazione di una bozza di statuto (obiettivi e compiti del centro, doveri e diritti dei soci, ecc.);

    5. organizzazione di un'assemblea pubblica, che dovrebbe essere possibile realizzare in ottobre, per rendere pubblica l'iniziativa.

Proprio per l'urgenza di passare ad una fase realizzativa, il CD della sezione Nomentano dà mandato alla segreteria, allargata ai compagni Antonio Fusca ed Angelo Netto, di seguire, in questa prima fase, l'iniziativa per avviarla alla sua concretizzazione.

 

Un problema collegato a quello del centro di aggregazione - e che è stato affrontato dal CD - è relativo all'utilizzazione dei fondi (circa 18 milioni di lire) accumulati in questi anni dalla sezione e destinati, in prospettiva, all'acquisto di una sede per la sezione o, come era stato proposto, per altre attività di massa, il cui impegno per l'iniziativa proposta è stato discusso.

Considerata però l'entità minima della somma rispetto a quanto necessario per l'acquisto di una sede adeguata, sia per la sezione, sia per il centro, si è deciso di non utilizzare in tal senso, almeno per ora, la somma suddetta.

Sorgono, però, a questo punto altri problemi, in quanto il processo inflazionistico sta valutando la somma disponibile, solo in parte reintegrata dagli interessi.

Il CD della sezione ha pertanto deciso di destinare tale somma all'acquisto di un appartamento, da intestare alla sezione, in modo da impedire l'ulteriore svalutazione di questo patrimonio del partito.

Va peraltro riconfermato che questa somma, oggi investita in questo modo, ha come scopo l'acquisto di una sede di partito o per attività di massa non appena si verificheranno le condizioni per farlo. L'utile di tale investimento, che va inteso quindi come un semplice fatto commerciale, potrà servire in questa prima fase anche come contributo per il centro di aggregazione che dovrà sorgere nella II Circoscrizione.

 

Sante Moretti

Roma 17 luglio 1975

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Giovedì, 17 Luglio 1975
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