1976 - Nota

 

Attivo sezione

Essendo impegnato nelle lotte bracciantili per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, non posso partecipare in questo mese di luglio, all'attività della sezione, né all'attivo di questa sera dove desidero, con questo intervento, esprimere alcune opinioni.

Cari compagni, un chiaro dato politico emerge dal voto del 20 giugno, cioè la validità che va sotto il nome di compromesso storico, come pure risulta non solo valida, ma unica, la proposta di un governo di larga unità che affronta la gravissima crisi economica, morale e sociale del paese. Non dimentichiamo mai che noi siamo un partito di governo e nazionale.

Su questo giudizio non tutti i compagni concordano e questo mi porta ad affermare che la non completa convinzione sulla linea politica ha pesato negativamente anche nel lavoro elettorale.

Credo, inoltre, che questo attivo, oltre ad esaminare il significato dei risultati elettorali nazionali, di Roma e del quartiere, debba decidere come sviluppare l'iniziativa politica in questo mese di luglio. Come agire affinchè si arrivi a dare sbocchi positivi alla crisi politica del paese e del Campidoglio, facendo cadere la pregiudiziale anticomunista.

Sarebbe veramente deleterio per la discussione se si puntasse su questioni o episodi marginali o si determinassero nuovamente forzate contrapposizioni che farebbero sfuggire la nostra politica, che il voto fa emergere anche nel quartiere e con esse la necessità di una seria e costruttiva riflessione di tutta la sezione, scegliere i campi di lavoro su cui proiettare l'impegno di tutti i compagni.

E' opportuno, per giungere a formulare alcune proposte politiche, fare un primo, anche se sommario, esame dei risultati elettorali del quartiere.

Un primo dato è, come partito, come sinistra, il nostro risultato è migliore di quello della DC, del MSI, è peggiore rispetto ai risultati delle altre sezioni (Parioli, Salario, Vescovio) della II Circoscrizione, sia rispetto al 1975, sia rispetto al 1972, anche se la caratteristica, la tendenza del voto, nel complesso, sono analoghe.

Nel nostro quartiere il PCI, rispetto alle elezioni politiche del 1972 aumenta del 7,5%. Al Senato del 6,7%, alla Camera del 10% alle comunali. Ad un osservatore superficiale potrebbe sembrare che i giovani non abbiano voto PCI in quanto più bassa è la percentuale di voti ottenuti alla Camera. Perdiamo infatti lo 0,3% non solo rispetto al Senato, ma anche alle Regionali del 1975.

Credo, infatti, che si possa ritenere che gran parte dei voti ottenuti da DP alla Camera, al Senato sia andata al nostro partito. Non solo, voti dati al PCI al Senato (quindi non di giovani) sono andati alla Camera ai Radicali, che hanno 238 voti (lo 0,8%) in più alla Camera rispetto al Senato.

Clamoroso il crollo nel quartiere del PLI che perde il 6% e 1230 voti (nazionalmente -2,6% e a Roma -4,1%) del PSDI che perde il 2,7% e quasi 500 voti (nazionalmente -1,7%, a Roma -2,4%) del MSI che perde l'8,4% alla Camera e il 10% alle Comunali.

La DC guadagna sul 1972 quasi l'8%, ma non recupera le perdite del MSI, del PLI e del PSDI che son circa 3.300 voti, pari al 17% del corpo elettorale. Ciò significa che oltre il 20% del corpo elettorale DC si è spostato a sinistra e in gran parte ha votato per il nostro partito. Stazionario è il PRI. DP perde lo 0,1% rispetto alle Regionali. Il PSI mantiene la stessa percentuale del '72, ma perde l'1,8% rispetto alle Regionali.

Alcune considerazioni:

  1. Un quarto degli elettori e forse più, ha scelto, rispetto al 1972, un partito diverso e, nell'ultimo anno, almeno 2.500 elettori hanno votato per un altro partito.

  2. Il ridimensionamento del MSI, PLI,PSDI (che recuperano in parte al Comune) indica che, nel nome dell'anticomunismo, la DC ottiene un certo successo, specie alla Camera.

  3. Ci sono circa 270 elettori del PCI, pari all'1,2% alla Provincia che hanno scelto alla Camera ed in parte minore al Comune altri partiti.

  4. Lo spostamento a sinistra avvenuto nel quartiere non può farci non scorgere una debolezza del voto giovanile verso il nostro partito e anche delle donne. D'altra parte è probabile che da ceti borghesi i voti siano andati ai Radicali che raccolgono, nel nostro quartiere, una percentuale più alta rispetto al dato di Roma e al dato nazionale.

Ancora un'annotazione: ottimo il voto delle borgate, buono quello di alcuni seggi (vile Eritrea).

 

Compagni, abbiamo condotto, nel quartiere, una campagna elettorale molto ricca, intensa, basata sul confronto e sul dibattito.

Gli incontri a piazza S. Emerenziana, la diffusione (63 giorni) dell'Unità, l'apertura della sede di via Massacciuccoli, la festa de l'Unità, il reclutamento di altri 40 compagni, la presenza di 3 compagni quasi ad ogni seggio, la distribuzione di una quantità enorme di materiale, il lavoro capillare, come pure l'aver respinto ogni provocazione fascista, ma anche impedito che il covo di via Migiurtinia conquistasse spazio a piazza E.Callisto e a S. Emerenziana, assieme a molte altre iniziative, rappresentano un bilancio positivo che ovviamente non è esente da critiche ma è da questo bilancio positivo che si deve partire.

Nella campagna elettorale sono emerse alcune difficoltà di orientamento sulla linea politica (vittoria facile, DC finita, governo di larga unità) inoltre si sono manifestate, secondo la mia opinione, tre difficoltà:

  1. una resistenza al lavoro di caseggiato, al contatto diretto con gli elettori (anche con la diffusione de l'Unità)

  2. un insufficiente impegno di una parte dei membri del CD, dell'attivo e della stessa segreteria nella direzione e nell'attività operativa della campagna elettorale

  3. una situazione difficile della Fgci di cui lo scorso entusiasmo, forme di disimpegno, specie da parte del CD, sono stati i dati più appariscenti, come pure non può essere sottaciuta la difficoltà a incontrare e mobilitare le compagne. Tutto ciò pone problemi alla sezione di orientamento e direzione, ma anche l'esigenza di una riflessione critica di come una sezione, di fronte alle novità, si attrezza, agisce e scopre gli elettori di sinistra.

 

L'apertura della nuova sezione (via Massacciuccoli) che mio parere deve essere autonoma, deve comunque mantenere con noi delle attività come ad esempio quella culturale (che va sviluppata), Lotta Oggi ed anche il magazzino. Di questo va tenuto conto nella sistemazione dei locali e nella necessari ristrutturazione dei locali di via Tigre. Dovrebbe essere questa l'occasione non solo per migliorare le attrezzature, ma anche per creare le condizioni di una tenuta dei locali più decorosa, diversa, come lo impone la nostra linea politica, gli obiettivi di crescita che ci poniamo ed anche l grande forza che rappresentiamo.

Ma quello che più preme è la scelta di andare ad un centro di aggregazione di quartiere (i locali sono pronti) già individuato come esigenza nel 1974, la cui validità veniva confermata dal referendum del 12 maggio e confermata urgente ed operativa il 15 giugno. In particolare in quartieri come questi dove la fluttuazione elettorale è enorme e dove l'esigenza di partecipare alla cultura è crescente.

Quindi il centro di aggregazione, e non un semplice circolo culturale, va assolutamente costruito come impegno di massa ed unitario, in quanto nasce dal basso sui problemi del quartiere (associazione). Credo che occorra accelerare il lavoro se vogliamo mantenere la nostra percentuale elettorale, per far crescere una coscienza politica e civile dei cittadini, assieme ad un tessuto democratico profondo ed esteso.

 

Data documento: 
Giovedì, 1 Luglio 1976
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