2004 - lavoro all'estero

HO LAVORATO IN ARGENTINA, ASPETTO LA PENSIONE DA 10 ANNI – Sono nato nel lontano 1925 ed ho lavorato molti anni in Argentina, ma appena mi è stato possibile sono rientrato. Nel 1990 ho compiuto 65 anni ed ho presentato domanda di pensione di vecchiaia all’Istituto previdenziale argentino, tramite l’Inps. Sono ancora in attesa in quanto dall’Argentina non hanno risposto ai miei solleciti e a quelli inviati dall’Inps per quasi 10 anni. Poi dal 2000, una volta all’anno vengono richiesti documenti che sono stati inviati tramite l’Inps. C’è la speranza che il mio diritto alla pensione venga riconosciuto? – Lettera firmata

In base alla convenzione stipulata tra l’Italia e l’Argentina al compimento del 65° anno di età hai diritto alla pensione per gli anni di lavoro svolto in quel paese. Non solo in Argentina ma anche in Brasile ed in Venezuela le richieste di pensione vengono disattese. In questi paesi non esiste un’anagrafe centralizzata degli assicurati e gli interessati devono dimostrare che sono stati versati contributi. In non pochi casi non è stata conservata la documentazione e per cercarla si deve ricorrere alla memoria; non solo i documenti che si inviano tramite l’Inps vengono messi in discussione in quanto non riconoscono al funzionario dell’Ente italiano competente l’autorità di certificare i documenti. Soprattutto è la crisi economica, l’inflazione, il debito, quindi la mancanza di risorse che “costringono” l’Ente previdenziale argentino a cercare di non riconoscere la pensione maturata ai lavoratori che non risiedono più in quel paese. Lo stesso importo, se riconosciuto, è modesto: difficilmente supera i 60 euro al mese stante lo scarso valore della moneta argentina rispetto all’euro. La crisi economica argentina è pagata dagli argentini ma anche da tanti italiani mal consigliati per quanto attiene gli investimenti finanziari in quel paese e da anziani che vi hanno per anni lavorato. Tra l’altro i paesi del Sud America sono ricattati in primo luogo dagli Stati Uniti per i prestiti (debiti) contratti e spesso si determinano crisi economiche e sociali gravissime che colpiscono in primo luogo i ceti popolari. Abbiamo un ministro tricolore, l’on. Tremaglia, bravo ragazzo di “Salò”, che si dovrebbe occupare degli italiani all’estero, ma si è dimenticato di quelli che sono rientrati dall’emigrazione. Al ministro interessa il voto degli italiani che ormai stabilmente vivono all’estero e non quei tanti che, come, te, sono stati costretti ad emigrare per cercare lavoro e che oggi chiedono che almeno sia garantito il diritto alla pensione. Continua ad insistere, a sollecitare, a protestare. Come partito attiveremo alcune iniziative verso l’ambasciata ed in sede parlamentare.

 

Data documento: 
Venerdì, 18 Giugno 2004