2012 - Nota sul decentramento dei Municipi

Oggi i Municipi sono privi di poteri reali, agiscono per conto del Comune, non hanno autonomia finanziaria e sul decentramento siamo fermi a 20 anni fa. Il primo problema è l’autonomia sul bilancio sempre rivendicata dai Municipi. Infatti solo l’autonomia reale del bilancio è ciò che determina un’autonomia dei Municipi ed un effettivo decentramento.

Gli effetti nefasti dei due decreti su Roma Capitale e la conseguente riduzione degli spazi di agibilità democratica nel Consiglio Comunale ne sono un esempio concreto. Per non parlare dell’articolo 18 sulla spending review che mette in discussione il percorso del decentramento dei poteri amministrativi.

 

Per avanzar proposte bisogna tener conto di questi fatti, anche perché lo Statuto verrà riscritto totalmente.

 

In termini concreti

Il decreto legge 95/2012 “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini” più comunemente chiamato della spendig review, all’art. 18 prevedono e regolano l’istituzione delle città metropolitane e la soppressione delle province . Organi di ciascuna città metropolitana saranno il consiglio metropolitano e il sindaco metropolitano. Entro 6 mesi dal suo insediamento il consiglio metropolitano dovrà approvare il proprio statuto che dovrà regolare le modalità di elezione e i diritti dei sindaci e dei vice sindaci. Inoltre regolerà e disciplinerà l’organizzazione interna e le modalità di funzionamento degli organi e delle assunzioni di decisioni, i rapporti con i comuni facenti parte della città metropolitana. La città metropolitana di Roma con i suoi 3milioni di abitanti avrà 16 Consiglieri (eletti dai Sindaci e dai Consiglieri comunali dell’area metropolitana); 12 Consiglieri saranno quelli delle città dagli 800 mila ai 3 milioni di residenti, mentre 10 saranno nelle città con meno di 800 mila residenti.

 

i due decreti su Roma Capitale:

Il primo emanato da Berlusconi (10 settembre 2010), definisce lo status di Roma Capitale, dei suoi amministratori, porta a non più di 15 il numero dei Municipi e rinvia ad un successivo decreto la riorganizzazione territoriale. Prescrive inoltre che entro 6 mesi dall’entrata in vigore del secondo decreto vengano disciplinati i Municipi di Roma Capitale, quali circoscrizioni di decentramento, in numero non superiore a 15, favorendo l’autonomia amministrativa finanziaria. Per cui visto che l’entrata in vigore del secondo decreto è stato il 18 maggio entro metà novembre prossimo i nuovi Municipi devono essere ridisegnati nello Statuto comunale.

Le modifiche allo Statuto devono essere approvate con la maggioranza dei 2/3 del Consiglio Comunale e, qualora ciò non avvenga, con la maggioranza assoluta per due votazioni da ripetere entro 30 giorni. Se il Consiglio comunale non riuscisse ad approvare le modifiche dovrebbe intervenire il Prefetto di Roma come commissario per la definizione dei Municipi.

Il Consiglio comunale deve ancora approvare il bilancio e per i nuovi Municipi e dato il ritardo, probabilmente si passerà al commissariamento.

Roma si è espansa in maniera spaventosa rispetto a 20 anni fa e buona parte dei suoi insediamenti abitativi vanno a ridosso e ben oltre il GRA. Pensare di ridurre i Municipi significa voler ammazzare definitivamente il decentramento amministrativo o quel poco che resta, in funzione di una sempre maggiore centralizzazione di funzioni e poteri.

Al contrario bisognerebbe marciare verso una nuova configurazione degli stessi anche andandone a configurare dei nuovi sulla scorta dei nuovi insediamenti abitativi ed alla luce di una vera configurazione di “area metropolitana” che connetta gli stessi ai comuni circostanti. Si tratta poi di arrivare ad un’autonomia amministrativa e di bilancio che possa rendere i Municipi soggetti e non più legati ai tempi dell’amministrazione centrale.

 

Proposte:

 

Bisogna proporre nuovi Municipi o Comuni metropolitani dove siano favoriti e valorizzati processi di partecipazione attiva dei cittadini all’amministrazione della cosa pubblica. Bisogna promuovere nuove forme di democrazia partecipata a livello territoriale e istituire i Consigli di Quartiere e di Rione all’interno dei singoli Municipi, con la partecipazione delle forze sociali e associative. Organi che possano esercitare funzioni propositive, decisionali e di controllo o di autogoverno e non solo con funzioni consultive.

A questo proposito il Consiglio del 2. Municipio, presentata dalla Commissione Decentramento,ha votato la delibera n. 47 del dicembre 2006 che prevede l’istituzione di 5 minimunicipi con la partecipazione attiva della cittadinanza. A questo fine era stato cambiato il regolamento del Municipio. E come tutte le cose anche questa delibera non è mai stata applicata.

 

Per proporre variazioni ad uno Statuto che ancora deve essere trascritto sarebbe opportuno attendere lo sviluppo degli eventi e di come verranno organizzate le città ed i Municipi. Al momento crediamo inutile presentare proposte sul decentramento e soprattutto non riusciamo ad individuare a chi presentare tali proposte, anche se sono utili discussioni nel merito per chiarirci alcune idee.

 

 

Data documento: 
Lunedì, 10 Settembre 2012