1972 - Intervento

Ravenna – Conferenza donne Federbraccianti

appunti per l'intervento

In Emilia, soprattutto a Ravenna, ritroviamo una realtà ricca, fatta di esperienze e risultati, che conferma la validità di una linea generale, che ci obbliga a riflettere e che accresce la fiducia sulla capacità di lotta dei braccianti.

Ma anche qui la condizione della categoria e della donna non soddisfano. Le donne sono 14.500, il 57% della categoria, con salari bassi e non raggiungono i più alti livelli di qualifica. Le contadine sono emarginate in famiglia, senza diritti, il loro lavoro non è considerato.

A Ravenna il processo di industrializzazione delle aziende ha camminato (fabbriche e frigo), ma non è risolto il problema del lavoro, del salario e dei tempi di lavoro.

La realtà nazionale: 700.000 disoccupate o semi occupate con sotto salari.

Atto di accusa agli agrari e al governo. Troppo poco si parla degli agrari che sono il primo nemico.

Un sindacato come il nostro può tollerare questa situazione?

Non pagano solo le donne ma la categoria e ne approfittano i padroni, gli agrari che sono i nemici dell'unità sindacale, che vogliono le donne subordinate. Non vogliono cambiare il diritto di famiglia, non vogliono l'emancipazione, la parità con gli uomini come diritto. E' una battaglia di classe e di democrazia.

Nel 1972 patto nazionale, parità, cassa integrazione. Contratto di Ravenna: poteri di intervento nelle aziende e nelle zone sulle trasformazioni, le colture, il processo produttivo.

Si chiude un periodo, se ne apre uno nuovo che avvia una concreta prospettiva per poter restare in campagna con alti redditi, con ruolo di protagonisti nella lotta per trasformare ed industrializzare l'agricoltura.

In campagna si puo' vivere con l'occupazione stabile e alti salari e redditi, con condizioni sociali e civili diverse con mutate condizioni di lavoro (macchine al servizio dell'uomo e non del profitto) con un lavoro moderno nobilitato, non considerato inferiore (la zappa).

La prospettiva di un domani scuro che remuneri lavoro e capitali – Figli.

Una categoria che combatte: 15 giorni di scioperi nazionali, picchetti a Faenza, partecipazione alle lotte generali.

Da ricordare le lotte aziendali, le aspre battaglie per la terra, l'odio per gli agrari ed i padroni che poi è coscienza dello sfruttamento e coscienza di classe...

Le donne braccianti … hanno smentito chi considera i braccianti finiti, incapaci di combattere...

Oggi ci presentiamo sulla scena politica con grande forza e prestigio: voi siete il nerbo reale di questa forza!...

Reggio Calabria, attentato ai treni. Abbiamo conosciuto la rabbia fascista, un tassello della trama nera: volevano una strage. Temevano l'unità tra Nord e Sud …

Dopo Reggio il problema del Sud è diventato centrale per il Movimento Operaio. Il Sud e la sua trasformazione, come modo per mutare il meccanismo dello sviluppo economico affinchè la ripresa non la paghino i lavoratori.

L'agricoltura volano, risorsa, settore attivo. L'agricoltura moderna, industrializzata, collegata alla lavorazione dei prodotti significa:

  • investimenti, programmi per lo sviluppo

  • soldi dello Stato alle regioni per intervenire con programmi organici a favore dei contadini, delle cooperative, dell'associazionismo

  • soldi ai braccianti per togliere la terra ai padroni, riforestare le montagne, irrigare la terra.

Significa anche uomini e donne con un volto, una mentalità, una condizione diversa …

Battaglia per il Sud: convegno di Napoli, battaglia per il lavoro, la condizione della donna, la lotta per la democrazia, il mutamento degli indirizzi economici. Il governo non cambia idea nemmeno di fronte alla possente azione regionale e categoriale: non può non esserci lo sciopero generale!

Cosa facciamo noi? Ravenna abbia idee precise, abbia dei risultati.

Dobbiamo far arrivare a 150 giorni tutte le 700.000 braccianti – 13.000 a Ravenna per ottenere 270.000 di cassa integrazione. Dobbiamo iscrivere 100.000 donne al collocamento con la qualifica. A Ravenna almeno 10.000 sono specializzate (chi dice che le donne devono essere stagionali, non guidare le macchine, fare le potature?). Il lavoro qualifica, non si perde la femminilità in campagna! Vanno cancellate le disparità al collocamento!

Bisogna attaccare a fondo le aziende private, gli agrari e far ottenere alla regione pienezza di poteri e mezzi adeguati...

Si dice NO ad essere massa di riserva e si diventa protagoniste.

Bisogna vincere sul punto cruciale della subordinazione della donna, liberarla dal vincolo di “mantenuta”, di mentalità, di abitudini, di forme di schiavitù costruite dalla società nell'interesse dei padroni.

Non vogliono che una forza immensa come le donne giochi un ruolo che in Italia, specie per le contadine, sarebbe veramente rivoluzionario.

Se così è il sindacato deve capire e far posto alle donne. Si è andati avanti ma è ancora troppo poco.

 

Data documento: 
Venerdì, 6 Ottobre 1972
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