1973 - Comizio
I MAGGIO - SAN GIMIGNANO
1 Maggio in Italia: giorno di festa, da tutti riconosciuto. "L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro" è scritto nella Costituzione. La Costituzione e la Repubblica sono nate dalla Resistenza e la Resistenza ha avuto il suo verbo nella classe operaia. Trenta anni fa gli scioperi del marzo '43 dettero il via alla caduta del fascismo.
1 Maggio nel mondo: giorno di festa, non solo per ricordare gli operai impiccati a Chicago, verso la fine del 1800. Ma per ricordare a tutti che solo il lavoro crea. Senza il lavoro non ci sarebbero né case, né scuole, né fabbriche. Per ricordare e rivendicare diritti minimi e nuove mete per i lavoratori.
1 Maggio 1973: lo ricordiamo con grandi manifestazioni perché oggi più che un giorno di festa è un giorno di lotta.
Uno scontro eccezionale, di storica importanza è in corso in Italia, tra lavoratori sempre più uniti ed i padroni: uno scontro che, oggi, investe addirittura i problemi della democrazia e delle istituzioni.
Le lotte del 1969: più potere ai lavoratori nelle fabbriche. Diritto di assemblea, Diana, Fiat. La fabbrica non più una prigione, uno stato nello Stato. Forza, slancio alla lotta per le riforme: cambiare la società, anche con errori, con infantilismi, ma si iniziò concretamente ad intervenire su grandi problemi come quelli della casa. L'unità sindacale si irrobustì e cominciò a prefigurarsi la possibilità dell'unità organica, di un unico grande sindacato di classe.
Una grande prospettiva di avanzata del mondo del lavoro nella fabbrica e nella società.
Contrattacco padronale: disoccupazione, chiusura delle fabbriche, sciopero dei capitali, fuga dei capitali, abbandono di risorse. Disoccupati, emigrati, lavoratori in cassa integrazione.
Le bombe di Milano: inizia la strategia della tensione, un disegno, una trama che oggi mostra intero un solo volto: quello fascista.
Un quadro politico, che peggiora, grave. attagli ai fitti, alla legge sulla casa, il costo della vita, inflazione, diritto di sciopero, regioni.
Dove vuole arrivare Andreotti? In questa situazione, in cui le istituzioni so0no minacciate, in cui si chiudono fabbriche, cresce il costo della vita, in cui la fragilità del nostro sistema economico di fronte alla crisi monetaria la vede anche un cieco, questo governo è inadatto a risolvere i problemi del Paese. Non vuole risolverli. Anzi è un governo pericoloso che sopravvive con i voti fascisti in Parlamento. E' un governo che se ne deve andare! Giudizio negativo su Storti (segretario Cisl), non soltanto perché ha permesso una tendenza generalizzata alla conservazione e alla restaurazione, dietro cui si nasconde il fascismo, ma anche perché sta pregiudicando il futuro dell'Italia.
Le lotte contrattuali, i braccianti: salari bassi 30/40% in meno rispetto all'edilizia. Occupazione non stabile. Metalmeccanici: 170 ore di sciopero, manifestazioni, produzione persa per un contratto che "poteva essere siglato 3 mesi prima" lo dicono Agnelli e soci. Tessili: è iniziato lo scontro che già si profila aspro e difficile. Insegnanti: responsabilità precisa del governo che non solo è avaro, ma vorrebbe un corpo di insegnanti quale sorta di "polizia" nelle scuole. Le poste ed altri servizi che conducono anche scioperi non sempre giusti, ma che sono esasperati da insufficienti organici, da lentezze burocratiche, da stipendi da fame.
Si acuiscono normali vertenze sindacali: confusione, tensione, malcontento, esasperazione.
In questa situazione si torna a sparare (non è un operaio, ma uno studente, il morto di Milano) si ricorre alla denuncia, agli arresti.
La trama eversiva si snoda, continua e si precisa. Dalla strage di piazza Fontana (si stanno dissipando le ombre su Valpreda). Attentati ai treni del 1969 di cui sono accusati noti fascisti. Tentata strage dei treni operai che andavano a Reggio Calabria. Al treno (si prevedevano 1500 morti) che il fascista Nico Azzi doveva far saltare tre settimane fa. All'agente assassinato a Milano. Alla strage di Primavalle. Un disegno preciso: un disegno che va spezzato. Colpire gli esecutori, ma anche i mandanti, i finanziatori, gli ispiratori. Non solo per ciò che riguarda gli ultimi episodi ma per l'intera catena di crimini, oscuri e vili, ancora impuniti.
A questa situazione preoccupante sta rispondendo, con grande forza, il mondo del lavoro, con manifestazioni di tutte le categorie.
La democrazia italiana ha dimostrato la sua forza e vitalità. Può contare nella grande forza dei sindacati, sui partiti democratici, sui giovani.
Ma chi di dovere deve intendere il monito che sale dalle piazze, dai luoghi di lavoro, dalle assemblee elettive: bisogna finirla col fascismo, coi crimini, le provocazioni, le violenze. Per i fascisti non c'è posto in Italia!
Per vincere questo grande scontro bisogna battere i padroni, andare avanti nelle fabbriche e nella società, perché la società e la fabbrica siano a misura d'uomo. Bisogna battere questo governo incapace di essere un valido interlocutore per i sindacati, che attacca le riforme, che non riesce a stroncare la trama nera. Colpire le organizzazioni fasciste in tutti i loro aspetti e manifestazioni, giungendo fino al MSI e ai suoi capi.
Oggi i fascisti cercano di indossare l'abito della vittima. Il missino Almirante, già massacratore di partigiani, i vecchi arnesi del fascismo nascosti nel MSI. I nuovi fascisti responsabili degli attentati, degli assassini, amici di Franco e dei colonnelli greci, presi con le mani nel sacco, vanno puniti!
Anche il presidente della Repubblica ha affermato: " Bisogna lottare contro la violenza fascista senza discutere nemmeno e cioè ricordando che stroncarla è un impegno della Costituzione". Non ha dubbi, né esitazioni, sul fatto che si debba andare fino in fondo contro quella gente. "Non esistono solo le organizzazioni paramilitari fasciste, esiste un vero e proprio rigurgito fascista".
Se i fascisti, i loro mandanti, vogliono lo scontro , sappiano che ci troveranno ai nostri posti, sappiano che riceveranno una lezione tale che solo la classe operaia sa dare: ieri come oggi, contro il fascismo, sempre!
Il fascismo ha le sue radici, trova il suo concime nella situazione economica: disgregazione meridionale, nel sottosviluppo, nella miseria.
Oltre alla lotta diretta contro la violenza ed eversione fascista, occorre un grande scontro, cioè un diverso sviluppo economico che, utilizzando appieno tutte le risorse a cominciare da quelle umane, dia forza e slancio ad una politica di riforme, nell'interesse di tutta la collettività: aumenti del reddito, una più giusta distribuzione, più umano e civile il lavoro.
Ciò significa lotta per la piena occupazione, contro l'aumento del costo della vita, per l'applicazione della legge sulla casa, sui fitti agrari, per un intervento dello Stato nell'economia e nell'agricoltura. Ciò significa sviluppo nel Mezzogiorno e dell'agricoltura. Ciò significa nuove riforme.
Questa proposta economica e sociale va sostenuta con la lotta: essa è una proposta politica per la democrazia contro il fascismo.
Unità sindacale: verso l'unità organica, cioè andiamo a realizzare il sogno dei lavoratori a costruire un baluardo per la democrazia, uno strumento per fare più forti i lavoratori nelle fabbriche e nella società, per far evolvere e mutare questa società.
Mentre siamo riuniti in tutte le piazze in Italia, non possiamo, se vogliamo veramente far avanzare il mondo del lavoro, dimenticare i problemi che travagliano l'umanità: l'Europa, dove sempre più forte è la presenza delle società finanziarie multinazionali, dove i blocchi militari rimangono minacciosi, dove governi fascisti operano, come in Grecia, Spagna e Portogallo.
Certo, la celebrazione unitaria del 1 Maggio a Parigi, l'affermazione della Sinistra in Francia, in Germania, la preparazione della conferenza europea per la sicurezza come le lotte in Spagna, Grecia e Portogallo di dicono che una "nuova Europa" sta nascendo.
Un'Europa, questa, democratica, libera dai regimi fascisti!
Il saluto va ai patrioti greci, spagnoli, portoghesi, la nostra solidarietà a chi muore e soffre nelle carceri dei colonnelli, di Franco e Marcellino Chamaco il sindacalista che attende un processo "infame".
Ma anche nel mondo in questo 1 Maggio, mentre si spendono 250.000 miliardi l'anno per le armi, c'è la fame: due terzi dell'umanità, 15 milioni di lebbrosi, analfabetismo, 42 milioni di bambini che lavorano 12 ore nelle aziende sud americane e nelle piantagioni.