1974 - Comizio
SCIOPERO GENERALE (probabilmente in Puglia)
Da anni uno sciopero generale non era stato così discusso, così criticato da uomini di governo e segretari di partiti importanti, da i padroni quasi non fossero i responsabili di questa situazione, dagli extraparlamentari definendolo un compromesso col governo e con i padroni.
Hanno sparato a zero perché era uno sciopero giusto ed oggi ne hanno la prova. Le piazze di tutta Italia sono piene di operai, di impiegati, braccianti ed in molte località di contadini, di artigiani, di commercianti.
Ecco la risposta, on. La Malfa e on. Fanfani!
Ecco la risposta industriali e agrari!
Ecco la risposta e la spinta a cambiare strada, on. Rumor e signori del governo!
Ecco la risposta, ancora una volta totale, unitaria, civile da parte della classe operaia italiana!
Lo sciopero è un sacrificio: non si può dimenticare, ma è un'arma.
Perché si è giunti allo sciopero generale?
Una situazione di grave crisi colpisce il Paese, a questa crisi si vuole porre rimedio alla vecchia maniera: colpendo i salari attraverso l'aumento dei prezzi e aumentando la produttività attraverso la disoccupazione.
Lo sciopero di oggi dice NO a questa politica. E' un atto politico, lo ripeto, un monito ai padroni e la richiesta al governo di cambiare politica.
Cosa chiediamo al governo? Cosa chiediamo ai padroni?
Chiusura delle vertenze in atto: ne cito per comodità due: quella Fiat e quella dei braccianti.
Fiat (siamo giunti alle provocazioni) a tentare di intorpidire le acque sfruttando estremismi, giusto malcontento e fascisti. Perché?
I lavoratori della Fiat, ma anche di tutte le altre fabbriche non chiedono solo salario. Vogliono discutere dell'organizzazione del lavoro, degli investimenti, cioè dove e quando si costruiranno le fabbriche. I braccianti da novembre hanno il patto nazionale scaduto. Oggi si avrà un primo incontro. Può esserci un'agricoltura moderna con salari di 3.000 lire? I giovani se ne vanno.
Due esempi: la grande Fiat e l'agricoltura, si dirà il vecchio e il nuovo, la modernità e i retrogradi. NO sono le facce di una stessa medaglia: Diana e Agnelli, sono solo padroni.
Occorrono precisi investimenti ma coordinati dallo Stato. Con spezzoni di investimenti, con isole più importanti non si vince l'arretratezza, la disoccupazione meridionale. In particolare è necessario industrializzare l'agricoltura, questa grande risorsa abbandonata.
La crisi in parte è stata causata dal rialzo dei prezzi del petrolio e delle derrate alimentari a livello internazionale, ma è divenuta drammatica in Italia. Non si è usata l'acqua per far funzionare le turbine elettriche, tutto è basato sulla benzina, si è abbandonata l'agricoltura.
L'altro punto è quello dei prezzi. Hanno cantato l'inno della lira, l'avevano messa sull'altare come fosse Dio: Dio denaro è il vero Dio dei padroni. Con l'inflazione e l'0aumento dei prezzi vogliono colpire il potere d'acquisto dei lavoratori. I prezzi stanno aumentando, il pane, la pasta, l'olio, il latte, la benzina: tutto! Dovremmo pagare e tacere. Il governo accetta i ricatti dei padroni: nascondono il grano e invece di mandarli in galera aumentano pane e pasta! Fanno sparire il petrolio presentando conti falsi, devono rispondere in tribunale di furto e di aver unto le ruote di alcuni partiti e personaggi dei ministeri e si concede di aumentare ancora la benzina invece di mettere le manette ai polsi! La Malfa cerca di impedire qualsiasi spesa a favore dei lavoratori, Preti vuole aumentare le tariffe, i francobolli costano di più. E i lavoratori dovrebbero tacere. NO! Vogliamo prezzi fissi (o politici come volete) per carne, latte, pane, pasta, olio. Vogliamo un controllo rigoroso. Per le tasse: la cosiddetta riforma fiscale colpisce solo chi lavora. Colpisce le pensioni, gli assegni familiari, le donne.
Vogliamo chiarezza: rigore fiscale, le tasse le devono pagare anche i padroni!
Infine le pensioni. Conoscete la storia: accordo governo sindacati per aumentare i minimi, gli assegni familiari, i sussidi di disoccupazione per la riforma del sistema previdenziale. Un provvedimento importante che tende a migliorare la condizione dei lavoratori disagiati. Bisogna avviare il collegamento delle pensioni ai salari ed unificare la riscossione dei contributi. Mesi e mesi, difficoltà nel governo. Baroni e poteri da non toccare, come lo Scau, La Malfa ecc. Un tentativo di insabbiare tutto, dopo mesi, dopo un tira e molla, un'incertezza del governo ed anche la scarsa considerazione di chi ha figli, è disoccupato, dei pensionati.
Ecco i motivi dello sciopero generale. Motivi seri, validi, per obiettivi che vogliono difendere i salari, il lavoro e avviare uno sviluppo vero.
Ler cose vanno male: siamo sulla stessa barca. NO! Quando le cose vanno male c'è chi ingrassa e c'è chi diventa più povero.
I padroni hanno aumentato la produzione del 7/8% e portato molti miliardi all'estero. Le banche hanno aumentato gli interessi e i dividendi.
La nazione deve sapere che i lavoratori faranno il loro dovere, che continueranno a remare certo, ma che vogliono anche mettere una mano al timone! Non ci fidiamo dei padroni. Vogliamo una politica diversa del governo, vogliamo che si sviluppi, si irrobustisca la nostra democrazia! Questo sciopero e le lotte future sono la mano dei lavoratori per cambiare, per vincere!