1974 - Intervento

Comitato direttivo Federbraccianti Roma

Appunti

 

Ieri c'è stato lo sciopero a Roma per il rinnovo del contratto provinciale di lavoro: ben riuscito e combattivo e c'è stato un incontro con la Regione.

Come proseguire ora? Come acceleriamo i tempi dello scontro?

Non si tratta di ridiscutere la piattaforma e i suoi contenuti, ma di irrigidire specie sulla parte economica!

A Roma i salari sono tra i più bassi. Occorrono scioperi zonali: toccare tutte le aziende, iniziative esterne (comizi, cortei), investire le autorità e le forze politiche (partiti, circoscrizioni).

Per lo sciopero del 30 con gli edili lavorare per arrivarci in un momento importante perchè i problemi generali per lo sviluppo sono comuni.

Bisogna curare le forme per la ripresa delle trattative e bisogna intervenire più a fondo in una serie di aziende con scioperi articolati, scioperi su certe attività.

L'obiettivo principale è il rinnovo del contratto, vanno intensificare le lotte di categoria, il rapporto unitario, incontro con altre categorie, coinvolgimento della Cgil-Cisl e Uil e delle forze politiche, le autorità, per isolare gli agrari.

I contadini sono la prima forza con cui dobbiamo costruire un fronte e dobbiamo dividerli dagli agrari, offrire loro una piattaforma più generale di sviluppo, di risoluzione della crisi agraria.

Dobbiamo costruire un fronte di lotta ampio. Dobbiamo far divenire il rinnovo del contratto un grande fatto politico.

Dobbiamo investire la città di Roma: una città afflitta da molti mali, dove, ad esempio, il problema del carovita diviene sempre più drammatico. D questa l'occasione per rilanciare anche alcune grandi questioni.

Alla crisi dell'agricoltura, drammatica per i contadini, oggi si aggiunge il dramma della mancanza di prodotti: importazioni, imbarcamento, terre incolte, disinvestimento, prezzi dei prodotti necessari all'agricoltura, il problema degli addetti (giovani). Un grande fatto politico!

La tesi, secondo cui, siamo un paese industriale che con la forte esportazione si può permettere di importare i prodotti agricoli e quindi abbandonare l'agricoltura è stata sconfitta dai fatti: l'agricoltura è decisiva per affrontare la crisi. Un terreno fondamentale sia per un diverso sviluppo economico, sia per una qualità diversa della vita.

Responsabilità degli agrari: condizione dei lavoratori, soldi dello Stato, terre incolte, scelta di certe produzioni...

Le responsabilità degli agrari devono essere tenute ben ferme perchè la crisi agricola non è di tutti ed è strumentalizzata, serve per non aumentare i salari, per le speculazioni...

L'agricoltura è l'asse delle linee confederali per lo sviluppo, un punto di confronto col governo, una delle questioni che ci può portare allo sciopero generale.

La situazione politica è difficile. L'esperienza della vertenza delle pensioni è illuminante. E poi l'aumento dei prezzi, il blocco reale della spesa pubblica, la ripresa violenta dell'azione di forze eversive, il referendum sul divorzio, l'attacco al processo unitario. Elementi che rendono preoccupante e fluida la situazione. Di ciò dobbiamo farci carico: in gioco c'è la Democrazia.

Ci vuole fermezza: disciplina ma anche decisione. Gli scioperi generali locali, provinciali e regionali hanno un significato preciso (ferrovieri, Fiat, chimici, edili), stanno dentro una linea e spingono ad affrontare alcuni grossi nodi della società e dell'economia...

 

Seguono appunti di carattere propositivo e organizzativo di difficile lettura e interpretazione

 

Data documento: 
Martedì, 22 Gennaio 1974
Categoria: