1998 - Nota per i dirigenti del Prc

 

1998 - Testimonianza sulle aggressioni fasciste

Non sono mai stato condannato. Non sono mai stato processato. Nessun Magistrato ha mosso accuse nei miei confronti. Non mi risulta che siano mai state presentate denunce a mio carico, né da singoli, né da rappresentanti di partito o altri. Nessun iscritto alla Sezione del PCI di via Tigrè prima ed al Circolo del partito della Rifondazione Comunista oggi, è stato processato e tantomeno condannato.

Sono stato sentito dal Magistrato per la morte di Cecchin. Trattandosi di un incidente, come risulta dagli atti, il tribunale assolse l'unico imputato, il quale, tra l'altro, non era iscritto, né frequentava la sezione del PCI. A suo tempo precisai al Magistrato che qualche ora, prima dell'incidente, ero stato minacciato, mentre da un bar di piazza Vescovio telefonavo al dott. Scali, primo dirigente del Commissariato di zona, per avvertirlo di una nutrita presenza di giovani fascisti davanti la sezione del PCI Vescovio. Seppi solo in seguito che fra di loro c'era Cecchin.

Quando Cecchin morì, dopo una lunga agonia, da parte del Secolo d'Italia, di una radio e da parte del Fronte della Gioventù e del MSI di viale Somalia, con scritte murali, vengo indicato come l'assassino. Le successive minacce dei Nar mi costringono alla semiclandestinità e ad usufruire della protezione della forza pubblica.

In Seconda Circoscrizione, quando arrivai a Roma, trovai un clima politico pesante. Ai comunisti veniva impedito l'esercizio di qualsiasi attività politica: era pericoloso distribuire un volantino davanti al liceo Giulio Cesare, a viale Libia, nel quartiere Parioli ed anche camminare con l'Unità in vista. La scelta fatta dalle sezioni del PCI della Circoscrizione (Salario, Parioli, Vescovio e Nomentano e Trieste, successivamente, quando fu aperta) fu quella di denunciare al Commissariato ed alla Magistratura ogni intimidazione, atto teppistico ed aggressione e di costruire una rete di comitati unitari nei quartieri e nelle scuole per isolare i provocatori, ben noti ed organizzati. Non solo, i comunisti erano nel mirino dei fascisti, prima MSI, poi MSI/DN, oggi AN e le loro organizzazione giovanili, ma anche il PSI, la DC, i comitati dei genitori, gli studenti ed i giornalisti di sinistra, quanti pretendevano di esercitare i diritti costituzionali. Oggi queste persone si scagliano contro il Partito della Rifondazione Comunista.

Gli episodi documentati sono oltre 300 e vanno dalle aggressioni fisiche e dagli atti vandalici, a vere e proprie spedizioni punitive, ad assalti a sedi comuniste, di altre organizzazioni democratiche e a scuole, per arrivare ad attentati. Su tutti gli episodi sono state presentate circostanziate denunce dalle sezioni dei partiti politici dell'arco costituzionale, da presidi e da comitati, da singoli cittadini e da studenti. Le aggressioni più gravi, gli atti di violenza e teppismo, gli attentati, hanno avuto come principale teatro il Liceo Giulio Cesare, le sezioni del PCI Vescovio e Nomentano, oggi trasformata in Circolo del Partito della Rifondazione Comunista di via Tigrè 18/20.

Molte delle denunce presentate non hanno portato alla identificazione ed alla condanna dei colpevoli. In alcuni casi, però, hanno avuto esito positivo. Ricordo l'arresto e la condanna di Ghira nel 1973 per aver spaccato la faccia ad un ragazzo (definito "porco ebreo"). Ghira è uno dei mostri del Circeo. Molti altri fascisti hanno subito condanne.

Sono stato coinvolto in alcuni episodi: in passato i più gravi sono stati:

  1. l'assalto alla sezione del PCI/Nomentano del 16 gennaio 1971. In questa occasione fui ferito e vennero arrestati e condannati 3 fascisti

  2. il 27 gennaio 1977 fu condannato altro fascista per minacce e ingiurie nei miei confronti

  3. il 18 novembre 1976 l'assalto alla sezione del PCI/Nomentano portò all'arresto di "Mezzatesta", soprannome di altro fascista, che in quell'occasione sparò, fortunatamente senza fare vittime. "Mezzatesta", qualche anno dopo, uscito di prigione, fu sorpreso, assieme ad altri, mentre trasportava armi.

Nel periodo in cui fu aperta la sede del MSI di via Migiurtinia il clima politico divenne pesante. In quella sede si erano radunati i picchiatori di via Sommacampagna, alcuni dei fascisti più violenti dei Parioli e di via Somalia. Due erano gli obiettivi dichiarati: la chiusura della sezione del PCI/Nomentano e la pulizia del quartiere Africano dai "rossi". Giunsero persino a sparare, ma contro di loro si scatenò l'intera popolazione.

Vi è sempre stato, in Seconda Circoscrizione, un nucleo all'interno del MSI, oggi AN, particolarmente violento, che si maschera dietro varie sigle. Ogniqualvolta una denuncia porta all'individuazione del responsabile dell'atto criminoso, questi è sempre un loro iscritto o simpatizzante. Del resto i partecipanti alle manifestazioni, in ricordo di Di Nella e di Cecchin, a viale Libia e a piazza Vescovio, ripetono i soliti riti fascisti (picchetti, guardie d'onore e saluti romani), come documentato dalle foto apparse sui giornali.

Come ieri il PCI, oggi il Partito della Rifondazione Comunista, risponde alle manifestazione di intolleranza ed alle aggressioni con l'iniziativa pubblica e le denunce alla Magistratura. Contro il sottoscritto è stata rilanciata, dal 1991, una campagna di intimidazione. Tra l'altro non sono mai stato segretario della sezione del PCI/Nomentano ed ho ricoperto tale carica solo er qualche mese dall'atto della costituzione del nuovo circolo Nomentano del Partito della Rifondazione Comunista.

Sono stato assente da Roma per lunghi periodi, per ragioni di lavoro. Forse l'odio nei miei confornti deriva dal fatto che ho sempre reagito alle minacce ed alle aggressioni rivolgendomi alle Autorità, alle Forze dell'Ordine e alla Magistratura: soprattutto non ho mai rinunciato ai miei diritti costituzionali. Dal 1992 ad oggi ho presentato denunce contro ignoti per minacce e aggressioni, altre denunce sono state presentate dai dirigenti del Circolo Nomentano del Partito della Rifondazione Comunista.

 

Sante Moretti

 

Roma 2 febbraio 1998

 

 

 

 

Data documento: 
Lunedì, 2 Febbraio 1998
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