2001 - Intervento

Sulla Festa Nazionale di Liberazione

In premessa voglio ricordare che nei mesi di giugno e luglio si sono svolte le feste di Liberazione, riuscite, al Parco Nemorense, a Piazza Conca d'Oro, sulla Tiburtina e che dopo la festa nazionale si è svolta la due giorni del Circolo Villaggio Breda.

Sarebbe necessario discutere delle feste a Roma per tentare di organizzare un "sistema feste" con l'obiettivo di una festa in ogni Municipio o per lo meno in cinque, sei zone di Roma, ben oltre il triangolo racchiuso tra via Salaria e via Tiburtina, dove si sono svolte le tre importanti citate.

Un "sistema feste" permetterebbe di metterle in sequenza, d qualificarle centralmente con mostre e presenze politiche. Mobiliterebbe diversi Circoli, motiverebbe non pochi iscritti. Garantirebbe una economia d scala e minore fatica.

Ma limitiamoci alla festa nazionale, di 25 giorni, nei giardini di Castel S. Angelo.

Credo di poter affermare che la seconda festa nazionale di Liberazione è stata un successo.

E' stata superiore come partecipazione, qualità ed organizzazione a quella dello scorso anno: questa è la mia opinione. Questa affermazione non significa che non vi siano state carenze ed anche errori, ma il dato del successo è quello prevalente.

Sulla festa hanno pesato negativamente, in particolare per la partecipazione e sul piano economico, alcuni fattori:

  • il maltempo che ci ha accompagnato per cinque giorni e l'abbassamento conseguente della temperatura

  • l'attentato terroristico alle Torri Gemelle che ha gelato e reso preoccupata tanta parte dell'opinione pubblica allontanandola dai luoghi frequentati e inchiodandola davanti ai televisori

  • le "vessazioni" e gli intralci da parte della XVII Municipalità

  • la sottovalutazione delle partire di calcio che coinvolgevano la Roma e la Lazio

  • il minor numero di stand affidati gestiti da privati

 

Infine non va sottovalutata la censura televisiva.

In ogni caso la partecipazione è stata superiore a quella dello scorso anno, la conferma ci viene dagli incassi della ristorazione (+15%), dalla lotteria (+7%) e dal coccardaggio (+10%).

E' importante valutare anche la tipologia della partecipazione. Una presenza di compagni e compagne, di simpatizzanti, con evidente tensione politica, più attenti e coinvolti rispetto allo scorso anno: conseguenza, credo, delle giornate di Genova e dopo l'11 settembre dell'attacco terroristico alle Torri Gemelle.

Molti i giovani, giovanissimi che entravano nell'area della festa, anche a gruppi.

Turisti si, più curiosi. Anche se lo scorso anno l'afflusso fu maggiore perché era l'anno del Giubileo.

Personalmente ho incontrato diversi iscritti DS, invece mi è parsa scarsa la presenza di famiglie e di bambini.

La partecipazione e l'interesse ai dibattiti è stata superiore e di molto a quelli, pur consistenti, dello scorso anno. Ho tentato una valutazione: per difetto sono stati almeno 12.000 i presenti ai dibattiti.

I dibattiti sono risultati partecipati ben oltre le serate con Bertinotti e Veltroni, indice di un bisogno di confronto, di un interesse politico.

Per i dibattiti un suggerimento: è necessario modificarne le modalità, per un maggior coinvolgimento dei presenti e di una maggiore efficacia. Concretamente l'utilizzo di questionari, di domande da rivolgere al pubblico più che introduzioni pesanti. Occorrono contraddittori veri. In ogni caso quest'anno vi è stata una coralità spinta anche dal tema "terrorismo/guerra/pace" che dopo l'11 settembre ha influenzato la festa.

La festa è stata un laboratorio politico ed ha colto, in modo forte, i passaggi e le novità politiche salienti.

La festa si è aperta con Genova e si è conclusa con la grande manifestazione nazionale del Partito, senza trascurare, nel corso del suo svolgimento, il lavoro, la scuola, i problemi sociali ed i temi di attualità.

In ombra invece è rimasto il X anniversario della Costituzione del Partito della Rifondazione Comunista. Lo dico criticamente, anche in vista del congresso.

Mi è parso anche meno vivo lo spazio "donne" e lo spazio "associazioni", pur rimanendo punti importanti di riferimento.

Credo che, sul piano politico, vadano valutate positivamente, rispetto allo scorso anno, stand come quello palestinese, dell'Unione Inquilini, della Villetta e Italia/Cuba, lo stesso stand degli artisti Sgubn, Jerone, Spadavecchia, come pure la vendita di 700 libri su Genova, l'attività su internet (sito). Molto belle, anche se mal esposte, le gigantografie su Genova e i 10 anni d Rifondazione.

Una critica per l'assenza di attività agonistiche, anche modeste, ma richieste, come tornei di scacchi, carte, ping pong, biliardino.

In generale gli spettacoli hanno avuto successo, sebbene penalizzati dall'eliminazione di una pedana impostaci dalla municipalità.

Credo anche sia stato migliore l'insieme del sistema di ristorazione, come qualità, come servizio, come capacità di rispondere alla domanda: un contributo importante è venuto dalla cucina araba e dallo stand della Federazione dei Castelli. Tra l'altro la presenza dello stand dei Castelli, della Calabria e di altre regioni, anche solo per un giorno, può essere considerato un primo tentativo di dare carattere più nazionale alla festa.

L'impegno dei compagni e compagne nell'attività di gestione della festa è stato, di molto, superore rispetto lo scorso anno.

Si è visto un Partito unito, erano sparite le mozioni, le tensioni. Collaborazione, lavoro impegnato, grande senso del Partito. Mi auguro che quel comune e convinto impegno che è stato determinante per la riuscita della festa continui nei Circoli, nella preparazione delle prossime manifestazioni, nel tesseramento (oggi siamo a circa l'85%) e nell'attività congressuale.

Per me il clima che si è creato nella festa, le poche tensioni, l'unità di intenti è stata la cosa più bella ed importante, dopo due anni di lacerazioni profonde.

Ci sono stati compagni e compagne che si sono spesi al massimo e si sono assunti responsabilità pesanti.

Vorrei sottolineare, anzi ricordare, alcune novità che hanno segnato la festa:

  • una migliore coreografia (entrata e pannelli), anche se ancora insufficienti per mandare messaggi efficaci e forti

  • gadget: il bloc-notes, i palloncini, il segnalibro, le cartoline, le magliette, il vino, hanno dato una nota di colore

  • la presenza di alcune regioni, la Calabria e le giornate della Puglia, della Campania, dell'Umbria, dell'Abruzzo

  • lo stand dei Castelli Romani vivace e ben gestito

  • le due giornate del vecchio artigianato delle tegole e mattoni di un comune di Rieti (un altro mestiere che muore)

  • il bar/tavola calda biologico

  • il teatro: novità assoluta, apprezzata e di successo anche se costosa

  • un minor numero di stand privati

 

Alcuni elementi critici vanno evidenziati per la loro valenza politica: anche se ci sono stati dibattiti di rilievo la festa rimane "festa di Roma". Festa che Roma accetta senza discutere a fondo la linea degli spettacoli, della propaganda, dei temi da mettere al centro. E' questo un punto politico non secondario da tener presente se la festa nazionale del prossimo anno avrà come sede Roma. Infatti è stata carente la presenza di personalità cittadine, di mostre, spazi per i nostri dipartimenti quali il lavoro, la scuola, gli Enti Locali.

Altra questione: quella di Castel S. Angelo è la "festa di Liberazione", il nostro quotidiano, ma Liberazione è assente. Nell'area della festa si diffonde il giornale ma non si sviluppano iniziative nemmeno di natura promozionale. Non sarebbe utile inserire un dibattito sul nostro quotidiano, su alcune sue rubriche? La riproduzione di alcune pagine significative era forse un'impresa così difficile? Un punto di informazione su come si costruisce Liberazione, come si distribuisce nelle edicole, gli abbonamenti, la diffusione militante, un questionario per raccogliere opinioni erano forse cose impossibili da organizzare? La scusa dell'atto terroristico che ha causato la non programmazione non regge.

Lo stand del Partito: l'ufficio di organizzazione aveva assunto l'impegno di organizzarlo e gestirlo (X anniversario dalla fondazione del Prc). Se non ci fosse stato il compagno Hamadi con i gadget, sarebbe rimasto praticamente chiuso e chi se n'è accorto che era lo stand del Partito? Alla festa il Partito, la sua vita, il lavoro che svolge, la sua immagine vera, in quello stand non ci sono stati: certo il Partito c'è stato nell'attività complessiva della festa, nel modo in cui i compagni e le compagne si sono rapportati con i visitatori, ma non nel punto adibito a questo scopo.

I "giovani comunisti", personalmente avrei, dopo i primi giorni, utilizzato quello spazio ad altri fini, ad esempio per il dipartimento "lavoro/scuola". Le poche proiezioni potevano essere organizzate in altri spazi. E non credo che una spesa di 700.000 lire per una loro mostra, a me rimasta ignota, siano giustificate!

Non aggiungo altro. Quello dei "giovani comunisti" è un problema politico di tutto il Partito che, per il secondo anno consecutivo, la festa evidenzia, ma che poi non viene affrontato. Alla festa hanno transitato tanti giovani: un'occasione unica per attivare un rapporto, invece … niente!

Infine voglio solo aggiungere che un certo numero di compagni e compagne, membri del Comitato Politico ed eletti nelle istituzioni si sono totalmente disimpegnati, alcuni non hanno nemmeno messo piede a Castel S. Angelo. Anche alcuni Circoli hanno ignorato la festa, ma non mi risulta che abbiano in quei giorni promosso iniziative politiche nei loro quartieri o nei luoghi di lavoro. Alcuni Circoli non hanno venduto i biglietti della lotteria.

Abbiamo incontrato difficoltà serie nello smontaggio della festa: non ci si rende conto che la festa non finisce con la fine dei programmi e delle gestioni, ma che vi è un lavoro successivo per riconsegnare l'area e le strutture.

Le gestioni affidate a compagni, ma di ordine privatistico o semiprivatistico provocano, sul terreno economico, problemi su cui riflettere. Per far affluire i visitatori occorrono (purtroppo) nomi noti, lo provano alcuni dibattiti, invece alla nostra festa sono stati assenti attori, cantanti, personaggi della televisione.

Infine la parte economica: il bilancio finanziario ...introiti e spese, voce per voce ...

Questo utile, come quello delle precedenti feste del 1999 e 2000, devono servire per l'acquisto delle sedi. Domani si inaugurano i locali del Circolo Ponte Milvio, acquistati a fine luglio.

In ogni caso confermo il mio giudizio positivo sulla festa, sia sul piano politico, sia organizzativo, sia finanziario. Mi auguro che anche gli organismi nazionali diano un giudizio positivo.

 

 

 

Data documento: 
Mercoledì, 10 Ottobre 2001