2011 - In ricordo di Nella Marcellino

(articolo per Liberazione)

Nella Marcellino era nata a Torino nel febbraio del 1923, è deceduta nelle prime ore di sabato 23 luglio a 88 anni, dopo una lunga malattia che ne aveva minato il fisico, mentre la mente era quella di sempre: vivace, creativa, critica, battagliera. La riprova è la recente pubblicazione di una sua autobiografia “Le tre vite di Nella” quando era già da tempo ricoverata.

I genitori, operai antifascisti, furono costretti a rifugiarsi in Francia ed in Belgio, dove Nella trascorse l'infanzia e l'adolescenza. Visse tra gli esuli antifascisti e partecipò, in Francia, alle iniziative contro la guerra ed a sostegno della Resistenza ai tedeschi.

E' in Francia che conosce gran parte del gruppo dirigente del PCI di cui fece parte, sia nel periodo della Resistenza che nel dopoguerra. In particolare operò con Longo, Amendola, Pajetta, Di Vittorio, Colombi che diventerà il compagno della sua vita.

A Torino, a 20 anni è tra gli organizzatori degli scioperi del '43 e nel '45 dell'insurrezione dell'aprile. Nel dopoguerra svolge ruoli di dirigente non solo a Milano e Bologna ma quale responsabile della commissione femminile nazionale del PCI. E' parlamentare della Costituente.

Nella era in ferie a Yalta (URSS) assieme ad altri dirigenti comunisti quando vi morì Togliatti e fu lei a battere a macchina il famoso memoriale.

Successivamente è stata impegnata nell'attività sindacale in qualità di segretario generale del sindacato tabacchine, degli alimentaristi, dei tessili: anni di grandi lotte, di scioperi, di manifestazioni imponenti ed anche di tante conquiste.

Alla fine degli anni '80 viene nominata vice presidente del patronato Inca/Cgil.

Con la morte di Nella Marcellino se ne va un'altra protagonista della storia del movimento operaio e del movimento comunista. Una donna che ha fatto della lotta per una società comunista la ragione della sua vita. Sarà tumulata, per suo volere, al Verano nella tomba del PCI dove riposano tanti dirigenti comunisti.

In questi ultimi 20 anni ha vissuto con sofferta angoscia il crollo del comunismo in Unione Sovietica ed il disfacimento del PCI e l'abbandono di quegli ideali in cui aveva creduto e combattuto.

Ho avuto la fortuna di esserle vicino, di discutere e confrontarmi con lei, di conoscere attraverso i suoi ricordi il valore di episodi, di lotte, che avevo sottovalutato. Non solo, sono stato colpito, anche quando la sua salute era sempre più precaria, dalla curiosità e dall'intensità con cui si informava su ogni sciopero, su ogni manifestazione, su ogni accadimento politico e malgrado le sconfitte la sua convinzione era che un mondo migliore fosse possibile.

 

Sante Moretti

 

Data documento: 
Sabato, 2 Luglio 2011