2012 - Intervento

Attivo degli iscritti - PROGETTO LIBERAZIONE

Ai primi di novembre del 1951 mi iscrissi ai giovani comunisti. Attendevo con trepidazione quel momento. Già da ottobre sull’Unità si annunciava l’avvio della campagna del tesseramento per il 1952. Leggevo, ormai da due anni, l’Unità esposta sotto i portici del mio paese e l’Unità mi aveva convinto a diventare un militante del PCI per cambiare la società. Un partito che mi ha dato dignità, coscienza di classe, speranza.

Da allora ho continuato a leggere l’Unità, poi Liberazione con cui ho anche collaborato. Tessera e giornale comunisti sono stati per me motivo di orgoglio, segno distintivo. Come tanti altri compagni anch’io ho dato scarso ascolto agli allarmi ripetuti del direttore del pericolo che correva Liberazione. Quando non l’ho trovato in edicola è come se mi avessero dato un pugno allo stomaco. Mi sono sentito sconfitto come persona e come comunista e tanta rabbia che mi ha spinto malgrado la salute e l’età a reagire e ad impegnarmi per far vivere Liberazione e per fortuna non sono il solo.

 

Compagne e compagni, so bene che negli ultimi decenni ci sono stati cambiamenti inattesi e sconvolgenti come il crollo del sistema dei Paesi socialisti largamente rappresentato dalla caduta del muro di Berlino a cui ha fatto seguito lo scioglimento, atto imperdonabile, del PCI. La classe politica italiana è stata travolta da tangentopoli e si è avviato un processo di delegittimazione dei partiti.

Poi l’Europa e l’Euro.

Ora viviamo un’acuta crisi economica, sociale e politica. Il governo Monti è espressione diretta della finanza e delle imprese, è di natura extraparlamentare, voluto e protetto da Re Giorgio.

 

Di fatto alcuni capisaldi della Costituzione sono stati travolti e messi in mora come il Parlamento ed i partiti. A pagare il prezzo è il mondo del lavoro per il peggioramento delle condizioni di vita: salari, stipendi, disoccupazione, costo della vita. Le conquiste di un secolo del movimento operaio, dei socialisti e dei comunisti vengono cancellate come:

  • i diritti soggettivi e collettivi di chi lavora

  • lo stato sociale

  • l’intervento dello stato in economia

  • i servizi pubblici ed i beni comuni.

 

A ciò si aggiunge un allentamento dell’unità di classe, un indebolimento della solidarietà, una caduta culturale e valoriale, di idealità, unitamente ad un crescente individualismo unito a forme di razzismo e violenza diffusa.

 

Sfiducia nei partiti e d’altra parte in Parlamento si è creata una palude che va dal PD al PDL, al centro che converge su questioni che sono proprie della destra (interventi militari, sistema elettorale maggioritario, spazio e potere alla chiesa, liberalizzazioni e privatizzazioni, primato dell’impresa e del mercato, meno stato sociale e meno diritti per chi lavora, sudditanza all’Europa della finanza).

Un quadro veramente fosco dove non c’è opposizione politica e quella sociale non ha referenti. Sembra quasi che l’opposizione a Monti sia solo “corporativa” (camionisti pastori, pescatori, tassisti, professionisti). Eppure lotte e movimenti si susseguono e moltiplicano tra alti e bassi ma non diventano massa critica, forza politica.

 

Il nostro partito non è considerato un riferimento credibile, non è egemone, non è riconosciuto come necessario ed utile nè diverso dagli altri. Pesano sui 20 anni di Rifondazione oscillazioni, eccessive insistenze sulle negative esperienze “comuniste” nel mondo e soprattutto le continue scissioni. Come pure un indebolimento del senso di appartenenza e di solidarietà, di militanza.

 

Siamo fuori dal Parlamento, esclusi dal finanziamento pubblico, cancellati dai media, sempre più deboli nelle istituzioni e con il taglio al finanziamento per l’editoria ci privano anche del giornale: stanno eliminando e con mezzi legali ogni voce critica di sinistra.

 

Dobbiamo tentare una risposta forte per mettere in grado la nostra Federazione di produrre più iniziativa politica aumentando gli iscritti, dotandoci di strumenti efficaci di informazione e lotta come può diventare LIBERAROMA e per far ritornare LIBRAZIONE in vita.

 

Per realizzare questi obiettivi occorrono consistenti risorse economiche ed una più estesa , convinta e forte militanza. Nella nostra Federazione c’è meno litigiosità che in passato, le correnti pesano di meno, tutto è più trasparente e di questo dobbiamo esserne fieri

 

La campagna per il finanziamento che avviamo questa sera vuole contribuire al rafforzamento del partito.

Segue analisi dello stato del partito, compreso quello finanziario, di tutti i circoli di Roma

Per mantenere il numero degli iscritti del 2011 nel 2012 sono necessarie nuove adesioni. Dobbiamo organizzare una campagna di tesseramento con l’impegno di tutti, una campagna politica contro l’antipolitica ed il qualunquismo e rilanciare forti ideali.

Liberaroma è il tentativo di far vivere uno strumento che parli alla città, della città e dei suoi quartieri. Un giornale con una redazione di volontari e militanti, che pratichi il giornalismo di strada. Crediamo possa essere un efficace strumento in particolare per le prossime elezioni amministrative.Liberaroma è edito dalla Federazione della Sinistra.

Liberazione. Vorremmo evitare si discutesse della sua storia passata. Di colpevoli o meno colpevoli. Il Partito ha ripianato il debito pregresso  ... ed il bilancio dell’ultimo anno è quasi in pareggio anche se per raggiungerlo è stato necessario ridurre la foliazione ed i giorni di uscita in edicola. A seguito dei tagli all’editoria il Partito dovrebbe intervenire  ... ogni anno. Questo è impossibile. Il Partito ed il direttore di Liberazione pensano per il futuro ad un progetto editoriale che non escluda il cartaceo ma che punti sulla rete. 

Il tipo di progetto editoriale è in ogni caso subordinato alle risorse pubbliche e soprattutto a quello che metteranno a disposizione in primo luogo gli iscritti al Partito.

Credo che nelle edicole si vendessero 4/5000 copie. A Roma 400, una buona percentuale se rapportata agli iscritti, ma più della metà veniva acquistata all’esterno del partito.

Gli iscritti, non leggendo e diffondendo Liberazione, spesso preferendo altri giornali, hanno la principale responsabilità della sua crisi.

Credo poi che quei circa 50, tra redattori e poligrafici, siano in numero sproporzionato al prodotto, ma quel che è peggio si sono sentiti “cosa a sé” dal Partito, tant’è che più del 70% non è iscritta. Un collettivo di sinistra che ha preteso di fare politica in autonomia ed in certe occasioni persino contro ed in polemica col Partito. Credo sia sbagliato far confezionare un giornale comunista a chi non lo è e tanto più inquadrare l’organico con il contratto dei giornalisti e non con quello applicato ai funzionari di Partito. Comunque hanno ragione a difendere lo stipendio ed il posto di lavoro ma commettono un grave errore quando accusano il Partito, un giorno di voler rinunciare al finanziamento pubblico e, il giorno successivo, di voler imbrogliare per utilizzare quel finanziamento per altri fini.

La secca risposta di Ferrero “poveri si, ma ladri mai” chiude una polemica che ha certamente danneggiato la lotta per il finanziamento pubblico. C’è una risoluzione del CPN sulla vicenda Liberazion che a me pare esaustiva oltre che chiara, ne leggo una parte

“… ma per garantire un futuro a Liberazione ed anche per salvaguardare i livelli occupazionali, si può e si deve contare oggi sulle nostre forze, sull’impegno dei militanti, iscritte e iscritti, simpatizzanti, cittadine e cittadini che prendano a cuore la necessità della sopravvivenza di una voce anticapitalista, che dia spazio a vertenze e conflitti che attraversano l’intero paese. E’ necessario che tutto il partito si senta mobilitato per una campagna straordinaria di autofinanziamento…In questi giorni giungono da molte federazioni, territori, singoli compagni e compagne, sottoscrizioni, proposte di iniziative di solidarietà concreta. Una pratica che deve estendersi in ogni federazione e in ogni circolo, che ci deve sentire tutti e tutte responsabilizzati. Sarà questo impegno concreto, saranno le risorse che giungeranno alla Mrc, i soli elementi che potranno determinare la salvaguardia del nostro giornale ed anche di chi ci lavora, nelle forme e nelle modalità che l’entità di tali risorse ci permetterà di stabilire…”

Dobbiamo raccogliere fondi consistenti per garantire la vita del Partito a Roma, per far diventare LIBERAROMA, uno strumento efficace di informazione, di mobilitazione e di lotta in città in vista delle elezioni del prossimo anno e soprattutto per rimettere in campo il nostro quotidiano: LIBERAZIONE. Questa di LIBERAZIONE è una fida da vincere!

Vi proponiamo un’ipotesi di lavoro che, dopo questa riunione, intendiamo trasformare in un progetto operativo fondato sulla condivisione dell’obiettivo, che si realizzi con una mobilitazione straordinaria di tutto il Partito.

 

  1. Gli iscritti: dobbiamo contattarli, uno per uno, (ed anche un certo numero di simpatizzanti) per ragionare del Partito, del tentativo di cancellarci non solo dall’istituzione, ma dall’arena politica attraverso l’esclusione già in atto dal sistema televisivo e privandoci persino del giornale. Dobbiamo suscitare nei compagni/e, motivandolo, l’orgoglio di essere comunisti. Uomini e donne con ideali forti che non si piegano al ricatto del sistema, che difendono l’autonomia politica del Partito, che organizzano la controinformazione e la lotta. Fino a due anni fa il bilancio del Partito per l’80% era coperto da finanziamento pubblico e per il 20% dagli iscritti. Ora è un dovere degli iscritti finanziare il Partito se vogliamo farlo vivere.

  2. Dobbiamo chiedere ai singoli compagni/e un contributo straordinario in base alla loro condizione economica e al loro attaccamento al Partito. E’ questa un’attività che va curata dai segretari dei circoli.

  3. Dobbiamo discutere nelle assemblee di circolo o di più circoli delle questioni finanziarie come questioni squisitamente politiche di democrazia. Le risorse economiche sono una priorità per una lotta efficace contro il massacro sociale, la distruzione di conquiste storiche e il rilancio dell’alternativa: fino in fondo anticapitalisti e quindi la sottoscrizione come atto di lotta.

  4. Ogni circolo poi dovrebbe inventare iniziative per raccogliere denaro: massimo di fantasia. Non solo, occorre rivolgersi ai simpatizzanti, ai tanti che lottano Per facilitare la sottoscrizione. Può aiutare la rateizzazione: è sufficiente compilare un modulo (Rid) in cui si specifica l’entità mensile e tutto avviene per via bancaria. Non solo, le somme versate possono essere detratte nella denuncia dei redditi e recuperate nella misura del 21%.

  1. Dobbiamo rivolgerci all’esterno, facendo leva sul significato politico, sul vulnus democratico che rappresenta la chiusura di una voce “fuori dal coro” come è LIBERAZIONE. Possiamo rivolgerci direttamente a persone che si dichiarano di sinistra con una precisa richiesta di finanziamento: mondo politico (…); giornalisti (…); UNIVERSITà (…);sindacati(…); Cooperative e associazioni (…).

Va predisposto un elenco di persone a cui inviare una lettera il più possibile personalizzata. Vanno contattati e va chiesta una risposta: un lavoro delicato ma che potrebbe dare dei frutti. Già un certo numero di personalità si è schierata a difesa di Liberazione. Sono state raccolte delle somme.  E’ stato costituito un comitato per garantire trasparenza assoluta nell’utilizzo delle sottoscrizioni.

  1. Va organizzato un evento: esplorata la possibilità di un’iniziativa al Valle occupato o altro locale senza oneri ed uno spettacolo a costo zero che ci faccia fare il pieno ovviamente a pagamento. Altre iniziative vanno perseguite ma devono dare un riscontro economico positivo. Ad esempio la proposta di una litografia da vendere o da dare come omaggio a sottoscrittori diciamo “generosi”.

Altre proposte o arricchimenti di quelle avanzate ben vengano. Vogliamo che il progetto sia condiviso e che tutti/e collaborino a costruirlo e a realizzarlo.

Tempi: tre mesi. Proponiamo di concluderlo il primo Maggio con una presenza che ci porti a recuperare “risorse” sulla base i esperienze già fatte ad es. dai compagni/e di alcuni Municipi.

Al termine della riunione va formalizzato un gruppo di lavoro con compiti precisi per recuperare risorse e la condizione per parteciparvi è solamente la “volontà” di operare e l’unica “sensibilità” politica richiesta è la piena convinzione della giustezza dell’obiettivo. I compagni/e ed in primo luogo i segretari/e di circolo saranno informati con tempestività e scrupolosamente sull’andamento della campagna.

Una sottoscrizione per il Partito o per il suo quotidiano in un momento di crescente sfiducia nel sistema partito considerato dalla maggioranza degli italiani la “peggiore” delle caste non è facile, ma può essere l’occasione per rendere chiara la diversità e la funzione del PRC in questa fase storica, la sua utilità, le sue finalità, i suoi ideali.

 

Sante Moretti

Roma, 3 febbraio 2012 CPN – Via Dancalia 9

Data documento: 
Venerdì, 3 Febbraio 2012