2013 - Articolo per Liberazione

Negli ultimi giorni del 2013 televisione e quotidiani "stupiti" hanno reso noto che su 16 milioni di pensionati 7.200.000 (il 43%) percepiscono un assegno mensile al di sotto dei 1.000 euro al mese e ben 2.500.000 di € 500, in magigoranza donne: una parte di questi anziani/e sono in povertà, altri vi precipiteranno.

La legge di stabilità li ha ignorati, infatti non ha previsto alcun aumento, non ha modificato la legge Fornero nè per quanto iguarda i meccanismi di calcolo, nè per l'età per maturare il diritto alla pensione, nè per far recuperare quei 700/800 euro l'anno persi mediamente nel biennio 2012/2013 dalle pensioni superiori a 1.400 euro lordi al mese. Come tutti gli anni le pensioni vengono rivalutate uin base all'aumento del costo della vit rilevato dall'Istat. Nel 2014 l'entità della rivalutazione varia da 6 a 15 euro lorde al mese in base all'importo dell'assegno percepito. Per ragioni di costituzionalità i 15 euro al mese vengono concessi anche alle pensioni di importo mensile superiore a 2.973 euro. Viene poi previsto un prelievo sulle pensioni d'oro del 6% sulla quota di pensione annua che va da 90.168 euro a 128.811, del 12% fino a 218.000 e del 18% ed oltre. E' un prelievo incerto per ragioni costituzionali, già in passato un'analoga misura è stata cancellata e gli Enti hanno restituito agli interessati quanto prelevato.

 

Dal 1 gennaio 2014 l'età delle lavoratrici, per maturare il diritto alla pensione di vecchiaia, sale a 63 anni e 9 mesi (+ 9 mesi) se dipendente e a 64 e 9 mesi (+ 12 mesi) se autonoma. Perchè negarlo? Alcune femministe e la ministro Bonino si stanno battendo da anni per parificare l'età uomo/donna e ci stanno riuscendo, anche se sulle lavoratrici pesa la famiglia, la cura dei bambini e degli anziani, la mancanza di servizi. L'aumento dell'età delle donne per il diritto alla pensione è l'opposto della parità!

 

Si è dato una risposta positiva a 17.000 esodati, ma oltre decine di migliaia sono rimasti nell'incertezza più assoluta.

 

Con questo governo, con questo presidente della repubblica, con personaggi come Letta, Alfano c'è posa speranza che vengano scelti come riferimento i lavoratori e le lavoratrici, i pensionati, i disoccupati, i meno abbienti. La borsa va bene come i mercati finanziari e le banche. Anche le imprese stanno ricevendo siuti consistenti. Poi c'è Renzi "il nuovo", segretario del PD , che porta avanti un suo preciso disegno che si sostanzia nella cancellazione dell'art. 18 dello Statuto, nell'annullamento del contratto nazionale del lavoro, nella liquidazione del sistema pensionistico legato al rapporto di lavoro, solidale e universale: una società dove divengono valori l'individualismo, la ricchezza ad ogni costo, la meritocrazia.

 

Data documento: 
Domenica, 1 Dicembre 2013